Le tariffe orarie attuali per una badante in Italia, aggiornate al 2025, variano in base al livello di inquadramento previsto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico (CCNL), al tipo di mansioni svolte e al grado di autosufficienza dell’assistito. Generalmente si distingue tra badanti conviventi e non conviventi, ma la maggior parte delle richieste riguarda la prestazione a ore, cioè non in convivenza.
Tariffe orarie per badante non convivente secondo il CCNL 2025
Nel 2025 i livelli di riferimento per le badanti non conviventi sono stabiliti dalle tabelle retributive aggiornate dal CCNL. La paga oraria minima varia in base al livello assegnato, che tiene conto di competenze, autonomia e del tipo di assistenza fornita. Ecco i principali riferimenti:
- Livello BS: 7,10 € all’ora – si applica per la badante che assiste una persona autosufficiente.
- Livello CS: 7,91 € all’ora – si applica per la badante che assiste una persona non autosufficiente.
- Livello DS: 9,50 € all’ora – per badanti con compiti più complessi o responsabilità superiori.
Questi sono i valori minimi tabellari al netto dei contributi previdenziali e delle eventuali indennità per orari notturni, festivi o straordinari, che fanno aumentare il costo effettivo orario. Nella pratica, contando anche le voci accessorie, la retribuzione oraria può raggiungere circa 10-11 euro all’ora per badanti a ore, a seconda del grado di autosufficienza della persona assistita e delle condizioni della prestazione.
Cosa comprende la paga oraria e come si calcola il costo effettivo
La paga oraria di una badante include normalmente:
- Retribuzione lorda per ora stabilita dal livello contrattuale.
- Contributi Inps a carico del datore di lavoro e del lavoratore.
- Quota Cassa Colf (assicurazione integrativa obbligatoria).
- Rateo di ferie, tredicesima mensilità e trattamento di fine rapporto (TFR).
Il costo effettivo sostenuto dalla famiglia può quindi risultare superiore ai valori minimi, e arriva comunemente a 10-11 euro l’ora in caso di regolare assunzione. In caso di orari particolari (ad esempio lavoro notturno, festivo, supplementare) la paga oraria può essere maggiorata in proporzione alle percentuali previste dal contratto nazionale.
Differenza tra badante convivente e badante a ore
Chi necessita di assistenza continuativa valuta spesso la badante convivente, per cui esistono differenze sostanziali nei parametri retributivi. La badante convivente ha un orario di riferimento di 54 ore settimanali e una retribuzione mensile, spesso inferiore in termini di paga oraria rispetto alla badante “a ore”, dato che nella convivenza sono compresi vitto e alloggio (a meno che non siano corrisposti indennizzi specifici per l’assenza degli stessi).
Per il 2025 la retribuzione mensile per badante convivente di livello C, ad esempio per persona non autosufficiente, si aggira attorno ai 1137,86 euro mensili.
Elementi accessori e maggiorazioni
Nel determinare la spesa complessiva per una badante, occorre tenere conto di diversi fattori che possono incidere sul costo finale:
- Ore straordinarie: compensate con maggiorazioni percentuali sulla paga oraria base.
- Lavoro notturno o festivo: con incrementi secondo la percentuale prevista dal CCNL.
- Indennità di vitto e alloggio: in caso di collaboratrici conviventi che non usufruiscono del pasto o soggiorno presso il datore di lavoro.
- Eventuali spese di agenzia per la ricerca e gestione amministrativa della badante.
Restano esclusi dalla paga oraria eventuali rimborsi spese, viaggi o commissioni extra, da accordare separatamente. L’assunzione regolare comporta anche l’obbligo di iscrizione alla Cassa Colf per la sicurezza sanitaria integrativa e l’accantonamento delle mensilità aggiuntive.
La figura della badante è regolamentata secondo il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il lavoro domestico, che disciplina in modo molto dettagliato livelli, orari, ferie, tutele assicurative e minimi retributivi. L’adeguamento annuale dei minimi è legato all’indice ISTAT del costo della vita e può subire rialzi o modifiche ogni gennaio, quindi è sempre consigliabile consultare le tabelle ufficiali aggiornate nel momento in cui si intende assumere una badante.
Va inoltre segnalata la distinzione tra il costo “lordo” e il costo “totale”, che può comprendere anche imposte, INAIL ed eventuali contributi regionali laddove previsti. Molti Comuni e Regioni sostengono economicamente le famiglie che assumono una badante regolarmente, riconoscendo voucher o contributi a fondo perduto a seconda dell’ISEE familiare e delle condizioni di salute dell’assistito.
Resta centrale il rispetto della normativa: un’assunzione in regola oltre a garantire i diritti previdenziali e assicurativi sia al/la badante sia alla famiglia, mette al riparo da conseguenze legali e sanzioni amministrative, oltre a offrire una garanzia concreta di qualità dell’assistenza.
Per approfondire tutte le normative di riferimento, rilievi fiscali e retributivi, si può consultare il portale dell’INPS nella sezione dedicata ai contratti di lavoro domestico.