Quali dati bancari non dare mai? Ecco la lista

Nel contesto attuale, la protezione dei dati bancari è fondamentale per evitare furti di identità, truffe e accessi non autorizzati ai propri risparmi. Sono molte le richieste di dati sensibili che si ricevono quotidianamente, spesso mascherate da comunicazioni apparentemente legittime. Sapere quali informazioni non bisogna mai divulgare, nemmeno a persone fidate o in contesti che sembrano sicuri, è la prima arma contro i tentativi di frode.

I dati bancari da non divulgare mai

Molte persone confondono i dati bancari comunemente richiesti per operazioni legittime con quelli che, se forniti a sconosciuti o in ambienti digitali non sicuri, possono mettere gravemente a rischio i propri fondi e la propria sicurezza personale. Ecco quali sono i dati che non si dovrebbero mai comunicare a nessuno:

  • Credenziali di accesso all’home banking: username e password sono le chiavi principali di accesso al conto corrente. Condividerle espone direttamente a furti di denaro e dati sensibili. Le banche non chiederanno mai queste credenziali via email, sms o telefono.
  • PIN di carte di credito o debito: il PIN è personale e serve per autorizzare i prelievi e i pagamenti. Non va mai comunicato nemmeno a familiari o a operatori bancari, che non ne hanno bisogno per assistenza.
  • Codici OTP (One Time Password) o token: questi codici temporanei sono fondamentali per autorizzare operazioni bancarie e acquisti online. Fornirli a terzi permette loro di completare transazioni a tuo nome.
  • CVC/CVV della carta: il codice a tre o quattro cifre sul retro delle carte di pagamento viene spesso richiesto per acquisti online. È necessario proteggerlo come il PIN.
  • Domande o risposte di sicurezza: le informazioni usate per il recupero delle credenziali possono consentire a un malintenzionato di accedere ai servizi bancari qualora riuscisse ad aggirare altri livelli di sicurezza.

La natura riservata di IBAN, nome e dati anagrafici

Un punto importante riguarda la diffusione del proprio IBAN e dei dati anagrafici (nome, cognome, data di nascita). L’IBAN è certamente un’informazione personale, tutelata dalla normativa sulla privacy, tuttavia è spesso necessario fornirlo per ricevere bonifici, stipendi o pagamenti in generale. Dal solo IBAN, però, non è possibile prelevare denaro dal conto corrente di una persona, neppure se associato a nome e cognome del titolare. I rischi reali aumentano solo qualora questi dati siano abbinati ad altre informazioni sensibili o vengano usati nell’ambito di truffe di ingegneria sociale, ad esempio convincendo la vittima a condividere anche codici di sicurezza o password.

Occorre dunque vigilare e non condividere mai, insieme all’IBAN, altre informazioni come codici di accesso o documenti che dimostrino identità e autorizzazione per operazioni bancarie. Anche se largamente richiesto in molti ambiti, l’IBAN va comunque considerato un dato sensibile perché può essere usato da malintenzionati per finalità illecite, come la modifica di bonifici in corso o richieste fraudolente presso servizi di pagamento.

Ulteriori dati da proteggere

Oltre ai principali dati bancari già evidenziati, ci sono altre informazioni personali che, se divulgate o rubate, possono rappresentare un rischio per la sicurezza dei propri beni e l’identità digitale:

  • Copia fronte/retro di documenti di identità: passaporto, carta d’identità o patente possono essere sfruttati per l’attivazione online di servizi bancari a nome della vittima o per la sottrazione di identità.
  • Codice fiscale: se abbinato a dati di contatto come telefono e indirizzo email, può essere usato dai truffatori per accedere a servizi a pagamento o tentare l’accesso a portali bancari attraverso recuperi fraudolenti di password.
  • Numero di telefono associato all’home banking: può essere veicolo di attivazione di servizi non richiesti o invio di SMS di phishing, oltre a essere usato per intercettare le notifiche di sicurezza.
  • Indirizzo email principale: spesso è utilizzato come username o per ricevere comunicazioni di sicurezza da sistemi bancari. Se compromesso, anche la sicurezza del conto può essere a rischio.

Vale la pena ricordare come il Garante della Privacy abbia più volte sottolineato che nessun dato sensibile relativo al conto corrente può essere comunicato senza espresso consenso dell’intestatario, nemmeno a familiari o terzi che si dichiarano autorizzati. Qualsiasi trattazione impropria dei dati che porti a divulgazione non autorizzata è oggetto, secondo normativa, di sanzioni molto gravi.

Come proteggere i dati bancari e riconoscere una truffa

La miglior difesa contro le frodi bancarie resta la vigilanza e il buon senso. In caso di dubbio, è indispensabile non cedere alle pressioni di chi chiede informazioni con urgenza, né cliccare su link ricevuti tramite email, chat o SMS che portano a pagine di accesso o richiesta di dati.

Consigli pratici di sicurezza

  • Non conservare mai le password scritte su dispositivi o fogli facilmente accessibili e modificare periodicamente le credenziali di accesso.
  • Abilitare notifiche di movimento sul conto per essere avvisati in tempo reale delle operazioni.
  • Utilizzare sempre connessioni sicure (preferibilmente private) per accedere al proprio home banking.
  • Diffidare da qualsiasi richiesta di dati bancari che provenga da numeri sconosciuti, indirizzi email generici o siti poco affidabili.
  • In caso di furto di dati, contattare subito la banca e bloccare le eventuali carte o servizi compromessi.
  • Installare e mantenere aggiornato un antivirus sul proprio dispositivo, soprattutto se si eseguono operazioni bancarie online.

Per concludere, la tutela dei propri dati bancari non dipende solo dalla tecnologia delle istituzioni finanziarie, ma soprattutto dall’attenzione e dalla prudenza dell’utente. Solo con una costante consapevolezza delle informazioni da non divulgare mai e dei rischi della rete si possono prevenire efficacemente frodi e violazioni della propria privacy finanziaria.

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